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Turismo in punta di piedi: una vacanza green al Mulino di Cerreto Alpi


Alla riscoperta della vita rurale di pastori e contadini, tra edifici in sasso e antichi sentieri: l’Appennino torna a vivere dando a noi il piacere di tornare a respirare… godendoci la bellezza della semplicità

Di Amedeo Faino

CERRETO ALPI – Sulla via dell’Alto Appennino reggiano, proseguendo dopo la svolta di Ramiseto, verso Aulla e La Spezie, si giunge al piccolo borgo di Cerreto Alpi, paese in odor di Toscana che nel 1237 giurò fedeltà al Comune di Reggio Emilia.

In questo antico centro abitato è possibile vivere il profondo Appennino grazie all’illuminata opera della cooperativa dei Briganti del Cerreto, associazione che cura e valorizza le bellezze storiche, rurali e naturali dell’Alpe e dei dintorni.

Questa piccola cooperativa è riuscita, col sudore e con l’impegno, a restaurare e a ridare vita a piccoli edifici dalla storia millenaria, a costruzioni appartenenti al mondo contadino, artigiano e della pastorizia che oggi tornano utili per lanciare un nuovo tipo di turismo, più sostenibile e certamente meno ingessato.

Prima di svoltare per il paese, come indica il cartello, troverete una piccola insegna, sulla sinistra per chi arriva da Modena e Reggio, sulla destra per chi giunge dalla Liguria e dalla Toscana. Il cartello indica “Antico Mulino” e vi invita ad imboccare un piccolo tracciato che quasi si nasconde dietro poche case per poi trovare forza nella discesa fino al fiume, fino allo schiocco del Secchia.

In questa gola profonda, tra il Ventasso e con la Pietra di Bismantova in lontananza, è possibile albergare nel vecchio Mulino, pregevolmente restaurato dall’Ente Parco ed oggi meta di tanti turisti che preferiscono il frastuono dei boschi alle code autostradali in direzione mare.

“Il nostro Mulino accoglie circa 800 persone l’anno, attirando giovani e famiglie che scoprono così i nostri Borghi, i nostri laghi e i boschi della montagna” ci spiega Erika Farina, brigante anche lei, una delle fondatrici della piccola cooperativa nata per gioco e diventata essenziale negli ultimi dieci anni. Nasce così il turismo in punta di piedi, a bassa voce, a contatto con una natura dirompente. Sicuramente il luogo ideale per una vacanza semplice ma di grande qualità, dove ritrovare il tempo per le cose semplici e preziose.

Una grande area verde circonda il casato in sasso, un sentiero di pochi metri invita a raggiungere la riva del torrente mentre dai rubinetti scorre acqua altissima e purissima ma senza plastica e tappo a rovinare la magia di una sacrosanta bevuta dissetante.

Il barbecue regna sovrano tra la faggeta che regala ombra e refrigerio che perdura per tutto il giorno, il comodo parcheggio permette di raggiungere la struttura rendendola così alla portata di tutti.

L’interno del Mulino offre dieci posti letto comodi grazie ai soppalchi e ai letti a castello che ricordano le infanzie felici passate con gli amici in una delle tante iniziative dell’azione cattolica o di qualsiasi altra associazione di questo tipo. Nel prato antistante è possibile piantare una tenda mentre i più esigenti possono anche optare per una comoda amaca. Il mio consiglio: meglio portare con sé un sacco a pelo.

Il tetto in pietra d’ardesia locale e gli scuri in legno di castagno conservano l’antico fascino della struttura a testimonianza del fatto che ristrutturare con criterio e nel rispetto dell’ambiente è possibile. Le mura spesse quasi 90 centimetri offrono quel fresco essenziale per chi non disdegna una pennichella pomeridiana in attesa di tempi migliori. La casetta, seppur di piccola metratura, è provvista di ampio bagno con acqua calda a sufficienza per una squadra di calcio, angolo cottura, dispensa e tavolo. Non mancano bicchieri e vettovaglie d’ogni tipo.

Le stufe a pellet difendono l’attività dalla desertificazione anche nei mesi più prossimi all’inverno, facendo quasi sospirare al pensiero di una piacevole ciaspolata. Purtroppo siamo solo a luglio.

Isolato ma non troppo, infatti, percorrendo il piccolo sentiero alle spalle del Mulino, si giunge nei pressi del paese dove è presente un circolo molto accogliente, un piccolo ristorante ed una bottega. Camminando per le anguste vie del paese e costeggiando gli edifici storici è rincuorante vedere che le casette ristrutturate e col tetto sano superano di gran lunga quelle abbandonante ad una sorte amara per via di uno spopolamento che iniziò negli anni venti per trovare una lieve inversione di tendenza solo di questi tempi.

Ricco di storia e di cultura, il paese è anche meta per scrittorie e artisti in cerca di pace, come testimoniano le targhe e le scritte ancorate ai muri, ma non voglio svelarvi nulla di più. Anzi sì: mentre Guccini ha scelto Pavana Giovanni Lindo Ferretti ha scelto Cerreto Alpi, infatti al bar è possibile imbattersi nel compositore, celebre leader degli CCCP, gruppo punk rock italiano nato a Berlino che si autodefinì filo-sovietico e che restò sulla cresta dell’onda fino al 1990.

Per chi si trattiene per più di tre giorni, oltre a diversi sentieri per tutti i tipi di gambe, è possibile visitare alcuni luoghi d’interesse nelle immediate vicinanze. Suggestivo al tramonto, il borgo di Nismozza è certamente una dei paesi in cui è consigliato fare una passeggiata, magari trattenendosi nella piccola trattoria per una buona portata di carne alla brace.

Una foto da portare con sé va scattata anche a Pratizzano, altopiano all’ombra del Ventasso, meta ideale per un pic-nic o per una pausa enogastronomica nel rifugio del posto. A pochi minuti, prima della discesa verso il mare, troverete il centro turistico Cerreto Laghi, amato negli anni passati, oggi alla ricerca di idee per tornare agli antichi fasti. Suggestivo anche il Lago Calamone, a 20 minuti di macchina, mentre per gli amanti dello sport è imperdonabile non tirare il freno a mano al Parco Avventura Cerwood, parco avventura costruito interamente sugli alberi, unico nel suo genere.

Per i più audaci è anche possibile percorrere il Passo del Lupo, sorpassare Succiso e sfociare nella Lunigiane per assaggiare i Testaroli al Pesto dello chef Umberto Ferrari dell’Antica Osteria Ca del Gallo, ma questa è un’altra gita. Per ora vi consiglio l’antico Mulino, a prezzi modici una bella gita adatta a tutta la famiglia. Viva l’Appennino. Viva i Briganti del Cerreto.

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