Cultura e Sicurezza Informatica: il terzo Summit di TekApp alla Florim Art Gallery
Daniel Rozenek: “Relatori di altissimo livello. Pronti a superarci ancora una volta il prossimo anno"
FIORANO MODENESE - Daniel Rozenek, fondatore di TekApp, incarna una filosofia moderna di sicurezza informatica che poggia nella proattività e della resilienza le sue fondamenta. Una visione che, combinata all'utilizzo del Protocollo Israeliano di Cybersecurity, dal 2014 permette alla società modenese di offrire soluzioni all'avanguardia per proteggere le aziende clienti.
La storia di Rozenek è un viaggio attraverso due mondi: nato in Israele nel 1981si è trasferito in Italia in giovanissima età, mantenendo sempre stretti legami con entrambe le culture e dando vita, a business che si figura come un vero e proprio ponte tra l’innovazione israeliana e la produzione modenese.
Oggi, a 10 anni di distanza da quella che ai più sembrava una scommessa azzardata su un futuro fantascientifico, Daniel è reduce dal terzo ZERO TRUST & CYBERSECURITY SUMMIT, incontro annuale organizzato dalla sua azienda per presentare le innovazioni del settore e condividere le best-practice di grandi aziende, che ha visto avvicendarsi sul palco illustri relatori dal mondo accademico, istituzionale e aziendale. Gli speech di Marco Lucchina (esperto di cyber e autore di "Cyber & The Camel Theory"), Giulia Pigoni (consigliere della Regione Emilia-Romagna), Hadar Shor (head of Israel's economic mission to Italy), Alessandro Piva (Direttore Osservatori Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano), Mirco Marchetti (professore di Cyber-Security dell’Università di Modena e Reggio Emilia), Alex Peleg (ethical hacker), Reut Weitzman (IR expert ), Maurizio Genna (Bureau Veritas), Alberto Rocchi (presidente Gruppo Meccatronico Unindustria RE), Fabio Ferrari (Founder AMMAGAMMA) e, naturalmente, dello stesso Rozenek, così come la tavola rotonda tra Fabio Ruini (Global Plants Cybersecurity Manager BARILLA), Gianni Zini (IT Manager INALCA SPA), Daniele Berselli (DG di aMo SPA), Silvio Zanzi (IT Manager Imola informatica), Simone Grasselli (ex CISO meccatronica/oleodinamica) e Mauro Scandiani (IT Manager ITALIA ALIMENTARI) non hanno deluso le aspettative dei 200 partecipanti.
Come valuti il risultato dell'ultima giornata di formazione e dialogo organizzata da Tekapp?
Un grande successo grazie alla qualità degli speech che è stata confermata dal grado di attenzione del pubblico. Abbiamo potuto ascoltare interventi di altissimo livello ma chiari, comprensibili e alla portata anche dei non addetti ai lavori. Non è semplice quando si affrontano argomenti tecnici. Quindi i miei più sentiti ringraziamenti vanno ai relatori che hanno reso questa edizione indimenticabile. Abbiamo registrato il 27% delle presenze in più rispetto alla scorsa edizione. L’80% dei partecipanti non erano nostri clienti e quindi abbiamo avuto modo di farci conoscere. Ora ci attende una nuova sfida: ci hanno chiesto di alzare nuovamente l’asticella per la quarta edizione. Qualche idea c’è già e vediamo se riusciremo a metterla a terra. Abbiamo un anno di tempo…
Quali argomenti avete affrontato?
Durante il summit, si è parlato di una vasta gamma di argomenti cruciali per la sicurezza informatica e il settore automobilistico. Oltre all'intelligenza artificiale e alla cybersecurity, si è discusso dell'impatto delle normative, dei nuovi prodotti e delle centraline sull'interconnessione nel contesto dell'industria 4.0. È emerso il fatto che la crescente complessità del mondo automobilistico richiede un livello di sicurezza ben definito e progettato, poiché gli attaccanti possono prendere il controllo di veicoli con sistemi di guida autonoma o centraline vulnerabili. Questo concetto è stato esteso anche ad altri settori, come le telecamere di sorveglianza, evidenziando la necessità di considerare la sicurezza informatica in ogni dispositivo elettronico interconnesso.
Com’è nata l’idea di ZERO TRUST & CYBERSECURITY SUMMIT?
Dal desiderio di creare un evento diverso dal solito. In genere, gli eventi nel settore sono incentrati sui prodotti, con il venditore che presenta e presenta delle demo. Tuttavia, in Italia, questa formula è diffusa e le fiere sono diventate la norma. Nella nostra regione, mancava un evento totalmente culturale, incentrato sulla condivisione gratuita di conoscenze e cultura cyber di alto livello. L'obiettivo era far sì che le persone partecipanti tornassero a casa con una nuova prospettiva, dicendo: "Non avevo mai considerato questo aspetto". Ci siamo mossi dal modello tradizionale della promozione commerciale a un evento più accademico, dove l'accento è sulla crescita culturale e sull'approfondimento delle tematiche.
Le aziende italiane sono sensibili al tema della cybersecurity?
Sicuramente in maniera maggiore rispetto al passato. Fino al 2017-2018 ho ricevuto tante porte sbattute in faccia. Tuttavia, c'è ancora molto lavoro da fare in questo settore. Il terreno è ancora ampiamente vergine e non saturo, con un'espansione in corso dovuta anche all'intelligenza artificiale. Non manca il budget per investire in sicurezza informatica, ma c'è una tendenza diffusa di alcune aziende italiane a buttarsi a capofitto nel settore senza una reale comprensione o strategia, contribuendo a sporcare il mercato. Ci sono numerosi competitor sul mercato, ma grazie al nostro approccio distintivo, non li sentiamo come una minaccia diretta. Spesso veniamo chiamati per testare la sicurezza implementata da altri, il che dimostra la necessità di un controllo e una verifica costanti nel settore della cybersecurity.
TekApp è stata fondata nel 2014, in un mondo in cui la cybersecurity era questione per pochi. Com’è nata l’idea?
Da una profonda passione per l'innovazione e il desiderio di fare la differenza nel campo della sicurezza informatica. A livello familiare, ho sempre avuto radicata la cultura di perseguire grandi obiettivi e non accettare il fatto che le mie idee non venissero ascoltate. Decisi quindi di dare vita a tutte le mie idee, sia belle che brutte, ispirandomi in parte alla mentalità israeliana di creare cose che ancora non esistono.
Il momento chiave per la sua nascita è stato quando ho iniziato a lavorare con Israele e ho avuto modo di vedere le innovazioni nel campo della cybersecurity. Questo mi ha spinto a creare un ponte tra l'innovazione israeliana e la produzione modenese, dando vita a TekApp nel 2014. Inizialmente, ho affrontato molte sfide, ma non ho mai mollato nonostante ile porte sbattute in faccia fino al 2017-2018 quando, dopo i primi attacchi cyber, sempre più aziende si sono rese conto dell’importanza dei sistemi di sicurezza. E ancora la pandemia da COVID-19, che ha portato alla chiusura di molte attività, ma ci ha offerto anche l'opportunità di riflettere e migliorare. Grazie alla nostra resilienza, siamo riusciti a resistere e adattarci, diventando una realtà MSP che gestisce la sicurezza dei clienti. Anche se numericamente siamo una realtà piccola, lavoriamo con aziende di grandi dimensioni, dimostrando l'efficacia dei nostri servizi e la nostra capacità di garantire la sicurezza informatica anche alle realtà più complesse.
Quali sono i fattori chiave per costruire una cultura aziendale che valorizzi la sicurezza informatica?
Lo studio e l’umiltà. Devi essere umile perché gli attaccanti non lo sono. Ma devi anche conoscere le tecniche di attacco per metterle in atto in difesa.
Come vedi l'evoluzione delle minacce cibernetiche nel prossimo futuro?
Sempre più difficili e complesse e con un grande e forte ausilio dell’intelligenza artificiale. Creata la difesa viene immediatamente aggirata. Ciò rende il lavoro maggiormente difficoltoso e maggiormente stimolante. Una regola tassativa della nostra azienda è noi non combattiamo i cybercriminali ma facciamo di tutto per difenderci dal loro attacco. E’ impossibile garantire l’immunità ma, seguendo i nostri processi, gli attacchi sono molto più deboli.
Cosa volevi fare da bambino?
Sognavo di fare l’attore ed effettivamente mi dicono che so stare sul palco. La passione per l’informatica è arrivata alle medie. Smontavo i computer e provavo a rimontarli.
Sei davvero eclettico…
Ho anche la passione per la scrittura. Ho scritto due book sulla cyber.” Ti hanno hackerato e non lo sai” e l’altro “La cybersecurity non esiste”. Non li ho pubblicati. Ma li regalo ai miei clienti.
Intervista a cura di Jessica Bruno
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